Divenire

“Albero rosso”, Piet Mondrian, 1908-1910

“L’albero, radice e forma.

Radice che sogna la forma.

Forma che pensa la radice.

E cielo tra i rami.

Nubi di pensieri nella linfa.

Filigrana del vento.

Ironia del movimento.”

Antonio Prete, L’albero

L’essere umano é come l’albero: un sistema vivente straordinariamente complesso che cerca di trovare una collocazione, di darsi una forma a seconda dell’ambiente in cui cresce e le risorse interne a disposizione. Fa il meglio che può, opta per quella che gli appare come la migliore soluzione possibile, anche se ciò potrebbe implicare un qualche tipo di sofferenza.

C’è chi smette di sentire e diventa apatico, c’è chi sente troppo; chi vede nemici ovunque, chi diventa il primo nemico di se stesso; chi è impulsivo, chi è troppo controllato e rigido; chi non trova se stesso, chi invece si pensa più di uno; chi si sente Dio e chi pensa di non avere valore; chi si arrabbia, chi piange; chi si ritira in camera per evitare lo sguardo altrui, chi senza palcoscenico non può stare; chi ha paura della solitudine, chi teme la dipendenza; chi sogna troppo, chi non sogna più.

Siamo tutti figli del caos, della non linearità della vita: capita che cresciamo storti (come gli alberi), ma quella forma ci serve per sopravvivere. È (o è stato) il nostro salvagente, il nostro modo di esprimersi, anche se ora ci fa soffrire. E significare quella forma, quella sofferenza può essere utile per valorizzarci, anche nel nostro essere storti.

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“Sul lato selvaggio”

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Perché soffriamo?